Alcool Storia Antica
L' alcool è conosciuto da tempi antichissimi: è probabile che già i coltivatori e i cacciatori della preistoria conoscessero gli effetti stupefacenti dei frutti fermentati. Sicuramente gli antichi egizi conoscevano già la birra ed il vino. Il cristianesimo fece del vino un sacramento. Simbolizza il sangue del redentore ed è parte integrante della comunione. L’alcool è da sempre considerato una sostanza prelibata, stupefacente e nutritiva. Gli schiavi che costruirono le piramidi bevevano birra. Gli antichi Greci adoravano Dionisio il Dio del vino e dell’ebbrezza. Gli antichi romani preferivano la degustazione continua, ma moderata.
Il nome "alcool" significa “il meglio di una cosa” ed è di origine araba. Nel Medioevo il bere fino al tracollo era una cosa normale in tutto il territorio tedesco. La birra veniva prodotta principalmente all'interno di monasteri. Prima che la patata si affermasse come alimento di base, nel Diciottesimo secolo, la birra era un elemento importante nell’alimentazione quotidiana. La crescente produzione su scala industriale e la commercializzazione condusse, a partire dal Sedicesimo secolo, alla diffusione di liquori e grappe come potenti mezzi di sconvolgimento.
Alcool Storia Moderna
La Rivoluzione industriale si compì alle spese di una manovalanza estremamente sfruttata, che si anestetizzava e si nutriva a basso costo con distillati ad altissima gradazione. Da allora l’alcolismo è considerato il flagello dei popoli. La dipendenza dall’alcool, il malessere e la miseria da esso originati fecero nascere un contro-movimento puritano degli astemi.
Alcool Storia Contemporanea
Negli Stati Uniti venne introdotto il proibizionismo e si tentò invano di prendere il controllo della situazione: il proibizionismo durò dal 1919 al 1933 e riuscì solo a produrre un incremento della criminalità organizzata. La maggior parte delle nazioni ha preferito il controllo sulla produzione e sulla vendita dell’alcool piuttosto che la sua proibizione, anche a causa degli altissimi proventi dalla tassazione sugli alcolici.
Alcool Storia Contemporanea - L’alcool e l’economia in Europa
L’Europa di oggi gioca un ruolo fondamentale nel mercato globale dell’alcool, agendo come la fonte di un quarto della produzione mondiale di alcool e di oltre la metà della produzione di vino. Il commercio è ancora più incentrato in Europa, con il 70% delle esportazioni di alcool e poco meno della metà delle importazioni mondiali che coinvolgono l’Unione Europea (UE). Sebbene la maggior parte di questo commercio si svolga tra i paesi dell’UE, il commercio di alcool contribuisce per circa 9 miliardi di euro al bilancio delle merci dell’intera UE.
Il ruolo economico dei produttori di bevande alcoliche è considerevole in molti paesi europei. Nell’UE a 15 paesi le tasse sull’alcool ammontavano a 25 miliardi di euro nel 2001, escluse le tasse sulle vendite e altre tasse pagate all’interno della catena dell’offerta – sebbene 1.5 miliardi di euro vengono ritornati alla catena dell’offerta attraverso le Politiche Agricole Comunitarie.
Il ruolo economico dei produttori di bevande alcoliche è considerevole in molti paesi europei. Nell’UE a 15 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, e Regno Unito) le tasse sull’alcool ammontavano a 25 miliardi di euro nel 2001, escluse le tasse sulle vendite e altre tasse pagate all’interno della catena dell’offerta – sebbene 1.5 miliardi di euro vengono ritornati alla catena dell’offerta attraverso le Politiche Agricole Comunitarie. L’alcool è anche associato al numero di posti di lavoro con circa 750.000 posti nella produzione (principalmente vino). Altri posti di lavoro sono legati alla catena dell’offerta, ad esempio in locali o negozi.
Sulla base degli studi esistenti, il totale dei costi tangibili nell’UE nel 2003 era stimato in 125 miliardi di euro (da 79 a 220 miliardi di euro) che equivale all’1.3% del PIL e che si avvicina molto al valore recentemente attribuito al tabacco. I costi non tangibili mostrano il valore che le persone danno al dolore, alla sofferenza e alla perdita della vita a causa dei danni sociali, sanitari e quelli legati ad atti criminosi dovuti all’alcool. Nel 2003 questi costi sono stati stimati in 270 miliardi di euro, e gli stessi danni sono stati anche valutati in modi diversi con stime che vanno da 150 a 760 miliardi di euro.
Oltre che essere una sostanza che provoca dipendenza, l’alcool è la causa di 60 diversi tipi di malattie e condizioni, quali incidenti, disordini mentali e comportamentali, problemi gastrointestinali, tumori, malattie cardiovascolari, problemi immunologici, malattie polmonari, malattie dello scheletro e muscolari, problemi dell’apparato riproduttivo e danni prenatali, che comprendono un aumento del rischio di nascite premature e sottopeso. Per alcune condizioni, come per la cardiomiopatia, per la sindrome da stress respiratorio, il danno sembra essere conseguente a livelli persistenti di elevati consumi alcolici sebbene a elevati consumi, l’alcool incrementa il rischio e la severità di queste condizioni in modo dose-dipendente. La frequenza e il volume di episodi di intossicazione (heavy drinking) sono di particolare importanza per l’aumento del rischio di incidenti e di alcune malattie cardiovascolari (malattie coronariche e infarti).
Alcool Storia Contemporanea - L’impatto dell’alcool in Europa
L’alcool pone un onere significativo su molti aspetti della vita degli individui in Europa, che possono essere genericamente descritti come “danni sanitari” e “danni sociali”. Sette milioni di adulti dichiarano di essere stati coinvolti in risse dopo aver bevuto nell’arco dell’ultimo anno e (sulla base di alcuni studi che analizzano i costi a livello nazionale) i costi economici degli atti criminali attribuibili all’alcool sono stati stimati in 33 miliardi di euro nell’UE nel 2003. Il costo è diviso tra polizia, tribunali e carceri (15 miliardi), spese per la prevenzione del crimine e costi assicurativi (12 miliardi) e danni alla proprietà (6 miliardi). I danni alla proprietà causati dalla guida in stato di ebbrezza sono stati stimati in 10 miliardi di euro, mentre i costi intangibili degli effetti fisici e psicologici dei crimini vengono valutati da 9 a 37 miliardi di euro (52 miliardi per i costi del crimini alcool-attribuibili).
L’alcool ha anche un impatto sulla famiglia, con il 16% degli abusi e dell’incuria nei confronti dei minori attribuiti al consumo di alcool, e tra i 4.7 milioni e i 9.1 milioni di bambini vivono in famiglie con problemi alcoolcorrelati. Si stima che ogni anno 23 milioni di persone siano alcoldipendenti, in un anno qualsiasi e le sofferenze causate ai membri delle famiglie rappresentano un costo intangibile di 68 miliardi di euro. Le stime del livello dei danni nei luoghi di lavoro sono più difficili, anche se quasi il 5% dei bevitori maschi e il 2% delle donne nell’UE a 15 paesi riferiscono un impatto negativo dell’alcool sul lavoro o nello studio. Sulla base di alcuni studi sui costi a livello nazionale, la perdita di produttività dovuta ad assenteismo alcool attribuibile e la disoccupazione sono stati stimati rispettivamente da 9 a 19 miliardi e da 6 a 23 miliardi di euro.
Dal punto di vista della salute, l’alcool è responsabile di circa 195.000 morti ogni anno nell’UE, sebbene si possa attribuire all’alcool anche il ritardo di 160.000 morti riferite ad anziani per il suo effetto protettivo sulle malattie cardiovascolari per le donne che muoiono dopo i 70 anni (anche se a causa di problemi metodologici è probabile che si tratti di un dato sovrastimato). Una stima più accurata sembra essere quella che identifica in 115.000 le morti causate nelle persone sino ai 70 anni di età, stima che evita la verosimile sovrastima degli effetti preventivi dell’alcool. Questi dati si riferiscono anche a situazioni di nessun consumo, e l’effetto netto sarebbe molto maggiore considerando il livello di consumo a più basso rischio. Misurare l’impatto dell’alcool attraverso il DALYs (Disability Adjusted Life Years) diminuisce questo problema e dimostra che l’alcool è responsabile del 12% e del 2% di morte prematura e di disabilità rispettivamente negli uomini e nelle donne, dopo aver considerato i benefici sulla salute. Ciò rende l’alcool il terzo fattore di rischio per la salute su 26 fattori di rischio nell’UE, davanti a soprappeso-obesità e dietro solo al tabacco e all’ipertensione.
“Sia l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) che il National Institute of Health (NIH) degli Stati Uniti ribadiscono che nessun individuo può essere sollecitato al consumo anche moderato di bevande alcoliche, considerando il rischio che l’uso di alcool comporta per l’organismo. Inoltre gli individui che non bevono non possono e non devono essere sollecitati a modificare il proprio atteggiamento”.