Gli effetti negativi e talvolta mortali dell'alcool sulla guida sono ben noti. Se pensiamo, infatti, che la stragrande maggioranza degli incidenti stradali gravi e di quelli mortali sono dovuti a tutta una serie di comportamenti scorretti, dovuti a imperizia o disattenzione, quando non a veri e propri comportamenti criminali (eccesso di velocità, guida distratta e pericolosa, mancato rispetto della precedenza o della distanza di sicurezza, ecc.), possiamo meglio comprendere quanto in queste occasioni possa influire in maniera determinante l’abuso, anche occasionale, di alcool.
L’alcool, infatti, agisce sulla mente e sulle sue funzioni (percezione, attenzione, elaborazione, valutazione, scelta razionale, ecc.) e quindi sui meccanismi di controllo del corpo, con effetti diversi e strettamente correlati alla quantità di alcool assunta, ossia al grado d’intossicazione alcolica.
Oltre ai valori del grado d’intossicazione alcolica massima, entra in gioco la diversa sensibilità delle persone ad una stessa quantità di alcool assunto. Le alterazioni nelle funzioni mentali e sensoriali rilevanti per la guida, possono innescarsi a valori diversi da quelli standard: ci sono persone che si ubriacano più facilmente di altre, e non sempre questa variabilità di reazioni dipende dall'abitudine o dall'assuefazione all'uso di alcolici.
Secondo l’OMS, non esiste una soglia minima al di sotto della quale può essere consumato alcool senza alcun rischio di incidenti stradali. La maggior parte dei problemi legati all’alcool sorge in associazione a livelli moderati di consumo: possono bastare, infatti, due o tre bicchieri di vino o due lattine di birra a raddoppiare i tempi di reazione di una persona.
Particolarmente gravi sono, poi, le conseguenze per chi guida sotto l’effetto di droghe, benché non sia noto il numero di soggetti che si mettono al volante dopo averne fatto uso, saltuario o abituale che sia.
E' un dato ormai certo che tutte sostanze psicoattive (alcool, droghe o farmaci che siano) influenzano le performances di guida a causa dei loro effetti psicolettici (depressivi del SNC, ad es. oppiacei), psicoanalettici (stimolanti del SNC, ad es. amfetamine e cocaina) o psicodislettici (che causano distorsione della percezione, ad es. cannabinoidi e allucinogeni).
Ne consegue che le capacità di attenzione, concentrazione e risposta agli stimoli quindi sono modificati, a volte ridotti, a volte esasperati per un'eccessiva fiducia nelle proprie capacità o per aumento dell'aggressività e sottostima del rischio, soprattutto con cocaina ed amfetamine. L'associazione di più sostanze, poi, causa gravi effetti anche per livelli ematici limitati.
“Sia l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) che il National Institute of Health (NIH) degli Stati Uniti ribadiscono che nessun individuo può essere sollecitato al consumo anche moderato di bevande alcoliche, considerando il rischio che l’uso di alcool comporta per l’organismo. Inoltre gli individui che non bevono non possono e non devono essere sollecitati a modificare il proprio atteggiamento”.